Particolari nel numero de "La Voce del Paese - ediz. Polignano" nelle edicole domani mattina.
Vitto minaccia querela contro i grillini
Scandalo elettrodotto: la colpa è dell’Amministrazione Bovino
Ecco la ricostruzione dei fatti
Il sindaco Domenico Vitto diffonde una dura replica contro le accuse dei parlamentari polignanesi del MoVimento 5 Stelle, Giuseppe L’Abbate e Emanuele Scagliusi, riguardo l’affaire elettrodotto.
La settimana scorsa i cinquestelle hanno attaccato l’Amministrazione per via della sentenza della prima sezione del Tribunale Amministrativo di Bari con la quale è stato rigettato il ricorso presentato dall’Amministrazione Vitto.
Il sindaco Vitto si difende e ricorda ai grillini che la colpa è dell’Amministrazione Bovino e che la storia è cominciata ben prima. Ecco la dura lettera integrale.
La lettera dell’Amministrazione Vitto.
Riguardo al Progetto dell’elettrodotto presentato da Enel Produzione per collegare la località albanese di Porto Romano (Durazzo) a Casamassima (Bari), e che prevede l’attraversamento di 5 città: Mola, Rutigliano, conversano, Turi e Polignano a Mare, le dichiarazioni dei grillini L’Abbate e Scagliusi, rilasciate ai giornali, sembrano, oltre che offensive, tendenziose e fuori luogo.
Risulta strano come possano assegnare le colpe di questo progetto all’attuale Amministrazione, in carica dal 2012. L’attuale Amministrazione ha posto in essere, sin dal giorno della sua elezione, ogni atto o provvedimento ravvisati utili finanche dai consulenti di parte: questa Amministrazione vuole difendere con le unghie e con i denti un patrimonio da trasmettere alle generazioni future!
Sembra che le procedure VIA e VAS, piuttosto, non siano approfonditamente conosciute dagli stessi onorevoli polignanesi e dai loro fidati “consiglieri”. La tempistica per la presentazione delle osservazioni alle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale, secondo quanto previsto dal D. Lgs. 152/2006 e s.m.i. è fissata in 60 giorni dalla data della presentazione dell’istanza al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e della contestuale pubblicazione sui quotidiani dell’avviso al pubblico effettuato dal proponente con le modalità previste dall’art. 24 commi 1, 2, 3 e del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.
Naturalmente ci sono anche dei tempi per l’impugnazione della VIA. Tempi che sarebbero dovuti essere rispettati dall’Amministrazione precedente all’attuale, ossia l’Amministrazione Bovino, che avrebbe dovuto ravvisare una lesione della propria posizione giuridica direttamente derivante dal medesimo provvedimento VIA e che avrebbe dovuto ritenere gli atti conclusivi di detta procedura immediatamente impugnabili in virtù di una protezione dei valori ambientali.
Gli onorevoli, che sembrano giovani e inesperti dal punto di vista amministrativo (più esperti su altri fronti), forse non ricordano che le prime azioni per realizzare l’elettrodotto risalgono al 2009. Come la stessa sentenza della Prima Sezione del TAR ricorda “il Comune ricorrente non ha fatto pervenire alcun parere alla Regione, anche dopo essere stato sollecitato dalla stessa con nota prot. n. 10522 in data 7 settembre 2009, come documentato nel provvedimento di VIA del 30 luglio 2010. Solo, successivamente, in sede di conferenza dei Servizi, tenutasi il 21 dicembre 2010, il Comune di Polignano si è opposto all’approdo nella zona scelta dalla Società Enel Produzione SpA. Ma quando è già stata acquisita dalla Conferenza dei Servizi la VIA positiva, risulta privo di valore il motivato dissenso espresso da Amministrazioni non preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, del patrimonio storico-artistico, della salute e della pubblica incolumità (art. 14-ter, c. 5, L. n. 241/1990)”.
Ma all’epoca dei fatti l’Amministrazione non era guidata dal Sindaco Domenico Vitto, che respinge al mittente le accuse di “incapacità, presunzione e ignoranza”.
Il Sindaco, sentita la sua maggioranza, vaglierà nei prossimi giorni l’opportunità di querelare i due onorevoli riguardo le accuse rivolte all’attuale Amministrazione e a salvaguardia dell’immagine della stessa, nella speranza che gli stessi onorevoli grillini rinuncino a privilegi e trattamenti speciali rispondendo delle proprie azioni e non facendosi scudo dell’immunità parlamentare: un conto è l’immunità per le opinioni pubbliche, altro è essere immuni per le offese che vengono puntualmente propalate attraverso giornali e blog.
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