Riceviamo e pubblichiamo una nota del locale circolo Hippocampus di Legambiente Polignano, a proposito delle alghe sulla spiaggia di ponte Lapilli.
La Posidonia, nome scientifico Posidonia Oceanica, spiaggiata e che ricopre parte della cala di Ponte dei Lapilli, non deve destare preoccupazioni ma piuttosto bisognerebbe studiare la sua origine e le sue potenzialità.
Innanzitutto bisogna dire che lo spiaggiamento è un fenomeno naturale, soprattutto in seguito alle mareggiate e che la Posidonia è una pianta acquatica del tutto simile alle piante terrestri, con una distribuzione che interessa gran parte del bacino del Mar Mediterraneo, con radici fusto e foglie simile a dei nastri, che forma sia delle praterie sottomarine, ma anche le cosiddette “banquettes”, ovvero accumuli di foglie di Posidonia spiaggiata, mista a sabbia con forme e dimensioni varie che variano in funzione della linea di costa su cui si ritrovano. Inoltre è considerato un buon indicatore delle qualità delle acque marine costiere.
La Posidonia esercita una notevole azione nella protezione della costa dall'erosione, dal moto ondoso e allo stesso tempo svolge una notevole importanza ecologica, garantendo nutrizione e protezione a molti organismi animali e vegetali che vi si trovano al suo interno (ad esempio Cavallucci Marini, Pinna nobilis).
Allo stesso tempo però la Posidonia spiaggiata può portare ad una diminuzione del valore turistico della spiaggia stessa con una minore presenza dei bagnanti a causa dei residui galleggianti e degli odori che si possono sviluppare durante i processi di degradazione.
Inoltre le amministrazioni locali, nella maggior parte dei casi, adottano soluzioni temporanee e di emergenza, la più eco-compatibile è quella di accumularla in una zona prossima alla costa e all’asciutto in modo da non creare cattivi odori e successivamente al periodo della balneazione bisogna ricollocarla sulla battigia in modo da far continuare il processo biologico.
Un grosso errore sarebbe quello di utilizzare mezzi meccanici e collocare il tutto in discarica che ovviamente crea un grosso impatto dell'integrità della spiaggia stessa a causa della rimozione di sabbia e ciottoli contenuti nella posidonia secca, soluzione per altro molto costosa.
Da considerare, infine, la scomparsa o la regressione delle praterie di Posidonia, con effetti negativi non solo sulla prateria di posidonia ma anche su altri ecosistemi, come la scomparsa di metri di spiaggia antistante, a causa dei fenomeni erosivi, oppure una perdita o un deterioramento della qualità delle acque.
Le cause della regressione sono da ricercarsi nell'inquinamento delle acque, come ad esempio costruzione di opere costiere con immissione di scarichi fognari in mare che aumentando la torbidità dell'acqua ostacolano la fotosintesi, le varie attività di pesca, soprattutto quella a strascico, attività di nautica da diporto soprattutto nei mesi estivi (raschiamento delle ancore sul fondale, sversamenti di idrocarburi, detergenti, vernici, rifiuti solidi etc...), introduzione di alghe tropicali, legate indirettamente ad attività umane, con rapida crescita ed espansione che entrano in competizione diretta con la Posidonia.
Altro fattore determinate nella regressione della Posidonia è la costruzione di porti che modificano le correnti marine provocando un aumento dei sedimenti ed un vero e proprio soffocamento delle praterie della Posidonia.
Nel caso specifico di Polignano a Mare i lavori di prolungamento del porto sicuramente hanno creato una situazione di modifica delle correnti e flussi del mare, ma è troppo presto per poter dare colpe ad un fenomeno che in alcune località vicine al porto erano di consuetudine e la presenza dello stesso fenomeno in località molto vicine tra loro non può creare preoccupazione.
*foto in apertura di Maria Daniele: alghe a Ponte Lapilli, ancora presenti
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