In basso, le foto esclusive della sabbia sospetta e delle anomalie ai cantieri del porto turistico di Polignano
Mai nascondere la polvere sotto il tappeto. È proprio il caso di dirlo. Dopo la mozione-interrogazione presentata dalla consigliera dell’opposizione Lucia Brescia e la conferenza stampa indetta dalla stessa esponente del Movimento Politico Schittulli, nulla si è mosso. Le anomalie ai cantieri del porto turistico sono tante. La Brescia ha anche informato la Capitaneria di Porto, mentre il sindaco Vitto ha scritto, il giorno 1 febbraio, direttamente alla società Fimco e a Fusillo per chiedere lumi sull’operazione di svendita e sulla riduzione delle quote di partecipazione pubblica nella società mista Cala Ponte spa.
In questo articolo però vogliamo riprendere la denuncia presentata dalla consigliera Brescia riguardo la sabbia ricavata dalle operazioni di dragaggio e depositata nella maglia 12, terreni adiacenti all’area portuale su cui si spera vengano costruite strutture ricettive e non case da vendere al miglior offerente (vedi galleria foto a fine articolo).
Come mai questi cumuli e montagne di sabbia sono stati sostituiti ai terreni, come mostrano le nostre foto? Perché quei cumuli non hanno ricevuto adeguata copertura, in un territorio circondato da colture e abitazioni?
La sabbia, che probabilmente doveva essere analizzata e smaltita, è stata invece spalmata su tutta l’area della maglia, molto estesa, dove un tempo c’era della terra, mentre ora riaffiorano rifiuti, sono stati spiantati gli ulivi, e ci sono numerosi arbusti che affondano le proprie radici in quella sabbia.
È stato modificato, di fatto, l’assetto del territorio. Inoltre, è stata estratta e gettata tra i rifiuti l’antica pietra scolpita con le indicazioni della strada Mola-Polignano. Dai cumuli di sabbia riaffiora ogni tanto qualche rifiuto, in particolare pneumatici da strada.
A questo punto sarebbe auspicabile l’intervento della Guardia Forestale.
PORTO TURISTICO A POLIGNANO - TUTTI I LINK CORRELATI ALL'AFFAIRE:
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Con un documento fatto di 5 pagine di premessa e mezza di contenuto, l'ing. Stama firma una delibera in cui si annuncia di ritenere non assoggettabile a VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) il progetto di rinforzo della Grotta Palazzese, in quanto tale progetto (che costa una milionata) rispetterebbe la geomorfologia esistente e non avrebbe impatto paesaggistico significativo. Nello stesso documento, si legge che la base della grotta verrebbe rinforzata con trave di cerchiaggio di cemento armato (avete capito bene, trave di cemento armato, non struttura di massi calcarei assemblati con tiranti e perni, come si farebbe nel resto del mondo). E, quel che é più agghiacciante,i lavori li farebbe la stessa ditta che ha rinforzato la grotta di Lama Monachile (per capirsi, quella ditta che non ha avuto neppure la decenza di usare inerti chiari e non cemento grigio per il beton spray di rivestimento!). Ora valutate voi: se foste i padroni di casa e una ditta vi facesse un preventivo per un'opera con un chiaro impatto visivo, un preventivo molto, ma molto salato, voi non vi confrontereste con un architetto o altro professionista del settore, per sapere se state per pagare una fortuna una porcheria, ovvero se meglio di così davvero non si possa fare? Il vostro architetto é in questo caso la commissione paesaggio cui spetta la valutazione di VIA, che il padrone di casa (pessimo padrone), in questo caso, ritiene di non dover neppure sentire. a noi toccherà una grotta palazzese cementificata ... e, con Lama Monachile, siamo a due. Avanti così, tra qualche anno potremo fare visitare ai turisti direttamente i cassoni di cemento del del ... porto turistico, appunto!
SI richiedano e si facciano le dovute ispezioni!
Se risultasse tutto in regola si proseguirà a compiere quello che personalmente ritengo uno SCEMPIO AMBIENTALE ad esclusivo vantaggio di pochi eletti ed a svantaggio dell'intera collettività!
ognuno è artefice del proprio destino, e noi italiani, mi spiace dirlo, facciamo di tutto per costruircene uno da periferia del mondo occidentale.