5 ANNI DOPO: SIAMO AL SICURO ?
Intervista a Riccardo DiLeva: “Da allora è stato fatto poco”
La tragica piena di Genova ricorda, per certi aspetti, l’alluvione del 26 settembre 2006, data in cui nel SudEst Barese persero la vita almeno tre persone. Polignano lo ricorderemo come uno dei comuni maggiormente colpiti: il nostro è uno dei 6.633 comuni a rischio idrogeologico d’Italia (l’82% di tutti i comuni italiani), come ha scritto in un recente articolo di Sergio Rizzo sul Corriere della Sera.
A cinque anni da quel diluvio infernale (vedi foto archivio in basso e foto Lama Monachile in apertura, realizzate da Nicola Teofilo) che devastò la viabilità rurale e urbana di Polignano, con ingenti danni ancora tracciabili in bilancio, abbiamo intervistato il geologo polignanese Riccardo Dileva. A seguito di questa intervista pubblicata giovedì scorso sul numero de La Voce del Paese, il Laboratorio giovanile della Primavera in Movimento ha prodotto un manifesto pubblico per invitare a non calare l’attenzione sulla salvaguardia delle lame.
Anche dall’intervista al dirigente tecnico comunale Stama, pubblicata sempre nel nostro numero de La Voce del Paese, emerge che dal 2006 a oggi poco è stato fatto (soluzioni tampone, come nel caso dei quartiere C2 e Quintavalle) e per fortuna, nel frattempo non si sono verificate gravi calamità.
Le piogge di giovedì scorso hanno comunque creato qualche disagio: torrenti di acqua hanno solcato le spiagge alla foce di Lama Monachile, Cala Incina e Lapilli. Qualche sotterraneo, alle spalle di via Fattoi si è allagato. In via Ciasca si è staccato un pezzo di balcone abbandonato.
Intanto, per rinfrescare la memoria di quel 2006 vi proponiamo alcune immagini (dal nostro archivio) e un video pubblicato da un polignanese su YouTube. Segue l'intervista al geologo Di Leva.
L'INTERVISTA AL GEOLOGO
Dott. Dileva, ricorda l'alluvione del 26 settembre 2006 che colpì il barese con alcuni morti? Cosa accadde quel giorno a Polignano?
“Sì, fu un evento di particolare intensità che nell'arco di due giorni provocò l'isolamento di alcune zone di campagna e la distruzione di alcune strade rurali, oltre che allagare i sottopassi dimostrando l'inefficienza del sistema drenante delle acque superficiali.”
Vi furono responsabilità umane?
“In alcuni punti della campagna sono state edificate opere (muri in cemento senza sfiati, canalizzazioni abusive, manufatti ostacolanti il corso delle acque) o alterata la morfologia del terreno (sbancamenti di versanti, colmamenti di lame, riporti di terra, piantagioni di vigneti, ecc.), tutte iniziative umane che non favoriscono un deflusso naturale delle acque nelle vie naturali preferenziali.”
Polignano è un paese a rischio idrogeologico. Vuole spiegare come e perché?
“Non tutte ma solo alcune parti del territorio di Polignano sono a rischio idrogeologico, quelle in corrispondenza delle depressioni naturali e lungo le lame. Perché queste aree, essendo sotto esposte, attirano le acque piovane che, cadute più a monte, non riescono a essere assorbite in profondità dal substrato roccioso.”
Polignano oggi, a cinque anni da quei fatti tragici, corre ancora dei rischi? Se si, quali e in che zone?
“Da 5 anni a questa parte si è costruito parecchio nelle nostre campagne, sia come manufatti abitativi che come capannoni agricoli, e nella maggior parte dei casi si è costruito bene. Purtroppo c'è sempre una piccola percentuale di edilizia che, pur essendo accettabile nella progettazione, in sede di realizzo dell'opera e/o delle sue rifiniture successive pecca di una libertà interpretativa un po’ eccessiva. Inoltre, nulla vieta agli agricoltori di apportare "migliorie" ai propri terreni agrari che, a lungo andare, non si rivelano come tali. In generale, però, alcuni problemi restano e difficilmente possono essere eliminati in mancanza di uno studio dettagliato sul territorio (ricordiamo che l'Autorità di Bacino della Puglia, ente preposto alla perimetrazione del pericolo idraulico e morfologico in tutta la Puglia difficilmente fa sopralluoghi in mancanza di segnalazioni).”
Cosa è stato fatto e cosa si sarebbe dovuto fare o si dovrebbe fare in questi cinque anni per evitare un altro 26 agosto?
“Di fatto, in campo idrologico si è fatto ben poco o niente, come accennato in precedenza, si dovrebbe intraprendere uno studio idrogeomorfologico del territorio e una perimetrazione idraulica dei bacini idrici in cui scorrono le lame maggiori, segnalando all'Autorità di Bacino della Puglia le situazioni di pericolo e quelle a rischio (quelle cioè che possono danneggiare seriamente cose e persone). E' stato fatto uno studio parziale, effettuato più sulla carta che in campagna da esperti dell'Autorità di Bacino della Puglia”.
Come proteggersi in caso di alluvione?
“In paese, salvo i sottopassi, non vi sono punti critici, visto che l'acqua scorre naturalmente verso mare. Nelle campagne, non sostare nelle aree depresse o lungo le lame, ma spostarsi nei punti più elevati.”
"Ci sono dei cambiamenti climatici in atto". Non le sembra un po' precipitosa questa affermazione che si sente spesso in tv? Quali sono le reali cause di queste piogge?
“La Puglia, pur essendo una terra in cui piove poco (circa 600 millimetri di acqua l'anno), ha sempre sofferto di queste piogge improvvise e abbondanti, per cui non è un fenomeno nuovo quello delle piene improvvise lungo le lame o l'alluvionamento delle aree depresse. In questo senso i cambiamenti climatici non sono per niente apprezzabili. Diverso è lo stato del territorio, per cui queste piogge improvvise fanno, attualmente, danni maggiori e molto più evidenti di quelle degli anni scorsi.”
Di quali politiche ambientali e urbanistiche ha bisogno Polignano per arginare il fenomeno dei rischi idrogeologici?
“Alla base di tutto c'è la conoscenza del territorio: se non la si ha, non si potrà mai effettuare alcuna politica ambientale e urbanistica che sia al tempo stesso efficiente e utile. E subito dopo, l'accettazione da parte di tutti di questa conoscenza, perché il sapere ma non operare bene è peggiore del non operare bene per ignoranza.”
Commenti
starsa vecchia era tutta lama, ora chiusa anche dal palazzo che si trova sella sua destra,dove quando piove le cantine vengono allagate da 1 metro d'acqua.
Complimenti a chi fa il piano di impatto ambientale.
prevale sempre la moneta.
....impedendo costruzioni di strutture e fabbricati