
Entro maggio del 2013 la Cala Ponte prevede di completare l’opera
La Cala Ponte spa ha rispettato i termini di scadenza per la presentazione del cronoprogramma di inizio lavori, imposti dall’Ufficio Tecnico di Polignano. La società ha presentato un dettagliato programma che, da prassi, deve seguire i tempi dettati: i lavori infatti erano stati prorogati fino al 31 maggio 2013.
I lavori dovrebbero cominciare oggi 23 maggio prossimo anche se si tratta inizialmente di opere marittime (ricognizioni subacquee). In realtà si dovrebbe entrare dei lavori nel vivo a luglio, in piena stagione balneare, con scavi in roccia a sezione aperta, micropali, demolizione di calcestruzzo. A dicembre si provvederà con il prolungamento del secondo braccio.
Nel 2012, oltre alle rimanenti opere marittime, sono previsti i lavori per la realizzazione del parcheggio (scavo di sbancamento) e di sistemazioni di aree a verde.
Poi ci sono opere edili: pavimenti, opere in ferro, murature, intonaci, installazioni di terminali impianti elettrici e a fluido. A gennaio 2012 scavi e realizzazione dei cavidotti per fogna bianca e nera, rete idrica. A fine 2012 cavi elettrici e cabina elettrica, nonché illuminazione esterna.
Nel 2012-13 sono previste opere complementari e pontili (trappe di ormeggio e catene, pontili galleggianti). Incluse le passerelle, quelle politiche di certo, semmai ci sarà inaugurazione.
PORTO TURISTICO: TUTTI I PASSAGGI
Il primo permesso a costruire rilasciato dagli uffici comunali risale al lontano 9 agosto 2007 (n. 136/2007). Dei lavori intanto, si perdono le tracce. Solo il 31 maggio 2010, l’UTC concede una variante al primo permesso a costruire, a seguito di integrazione della concessione demaniale rilasciata nel 2001.
Il 14 febbraio 2008 viene resa pubblica, agli atti, la comunicazione di inizio lavori della bretella stradale e del porto. Verrà inaugurata solo la bretella stradale.
Il 14 febbraio 2011 la Cala Ponte ha chiesto una proroga di ulteriori 837 giorni (a cominciare da quella data) per costruire il porto, che si sommano ai tre anni di proroga già concessi dal lontano 14 febbraio 2008.
L’Ufficio Tecnico ha concesso la proroga fino al 31 maggio 2013, data entro la quale la Cala Ponte dovrà costruire il porto, in parte finanziato da un sostanzioso contributo della Regione Puglia, concesso dalla giunta regionale nell’ambito dei finanziamenti PIA: il famoso regalo di Natale concesso da Vendola a fine 2010, e invece negato al piano di lottizzazione Parco dei Trulli. Porto che invece doveva essere costruito con finanziamenti privati.
Per quanto riguarda la zona Compra e i terreni a monte del porto, laddove dovrebbero anche sorgere strutture ricettive, non sono stati ancora rilasciati permessi a costruire alla Monsignore srl e Cala Ponte, quindi si presuppone che i lavori del porto turistico dovrebbero cominciare dallo specchio d’acqua e comunque dopo l’estate. Con l’ultima proroga concessa, si chiede almeno il ripristino del decoro dei cantieri, anche in virtù del passaggio dei numerosi turisti. In consiglio comunale si era chiesto anche di abbattere il cartellone illustrativo dei lavori, di consegnarlo quantomeno alla memoria storica.
A BASSA QUOTA - E’ ancora mistero invece, l’uscita di scena del comune dalla Cala Ponte. Dopo che le azioni del comune nella società si sono inspiegabilmente ridotte, ora dovremo rinunciare anche alle briciole, ovvero a quello 0,87% a cui eravamo aggrappati. Lo ha stabilito un decreto legislativo convertito in legge il 31 maggio 2010. I comuni inferiori ai 30 mila abitanti devono liquidare le quote di partecipazione che detengono in società miste, o sciogliere le società stesse in caso di maggioranza partecipativa. Si sta lavorando in questi giorni per cercare una soluzione.
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Commenti
A OTTOBRE DOVREBBERO INIZIARE, NON A GIUGNO, TANTO I SOLDI ORMAI LI HANNO PRESI. DURM
Il porto deve essere fruibile a tutti,
non solo a pseudo investitori e ricchi amici degli amici,sta alla popolazione
ribellarsi al solito teatrino.
L'opinione pubblica polignanese è nella stragrande maggioranza contraria? E chissenefrega, il "bisinisso" privato oggi è sempre prevalente sull'interesse pubblico.
Perciò tutti a cuccia! Tra dieci anni arriverà, puntuale, il pentimento … ma sarà troppo tardi, saremo già all’inferno sotto l’aspetto ecologico e ambientale e Polignano vedrà inficiato per sempre il suo meraviglioso patrimonio naturalistico. A meno che……
Non so chi tu sia, e perciò mi farebbe molto piacere avere l'occasione di conoscerti. Ma permettimi di dire quello che penso e cioè che il Ribelle è di per sé, quasi sempre, una nobile figura. Ernst Junger ha lasciato pagine bellissime sull’argomento e attualmente Massino Fini dopo aver scritto qualche anno fa un libro molto ben accolto e commentato ”Il ribelle dalla A alla Z”, ora pubblica un giornale anticonformistico di grande spessore culturale “La voce del Ribelle”. Ometto tanto altro da dire per andare al centro, o alla ragione, di questo commento.
Oggi si sente ancora di più del passato il bisogno di ribelli e di ribellione. Ma anche, al contempo, di massimo equilibrio. È di tutta evidenza che a Polignano non c’è mai stato un sistema prettamente mafioso in senso stretto nè ci sono mai state figure neppure lontanamente simili a quella da te citata (Totò Riina). E di ciò va ringraziato ancora una volta il buon Dio. Perciò quando ci si ribella e si fa la critica, spessissimo utile e sacrosanta purchè realistica ed equilibrata, è opportuno - a mio avviso - mantenere i piedi per terra. Altrimenti - esagerando o alzando i toni - si ottiene il risultato di non essere credibili e di non incidere nella realtà e di conseguenza collaborare, magari inconsciamente, proprio a lasciare le cose come stanno e quindi a favorire proprio quelli che, forse, sarebbero da sostituire. Spero che Nico il ribelle possa essere di accordo con quanto da me sopra espresso.
E alle ricadute negative non si pensa?
La ricchezza più grande da tutelare dovrebbe essere quella di tenerci la nostra costa così come Dio l'ha data a Polignano, preservandola e consolidandola. Gli interventi più opportuni e più urgenti oltre che socialmente più giusti, dovrebbero essere - a mio sommesso avviso - quelli di consentire un congruo numero di ben attrezzati e gratuiti accessi al mare (in direzione sud verso Monopoli, di circa quattro chilometri, ve ne sono solo due: Portacola e Cala Incina!).
Ma per parafrasare quello che dicevano i vecchi marinai di Polignano, contro vento si può andare … non contro business!!! E che business è quello di oggi, peraltro tutto “contro” Polignano e il suo futuro….!
chissà se qualche mentina illuminata lampeggerà!